Le difficoltà, le aspirazioni, le lotte e le speranze di chi si arruolò per concludere la Liberazione in Italia, partendo da Empoli nel 1945, sono tutte raccolte nel nuovo libro di Carmelo Albanese 'Volontari della libertà. L'arruolamento nei Gruppi di combattimento a Empoli e in Valdelsa (1944-1945)' (Le Monnier-Mondadori, 2024). La presentazione ufficiale si è tenuta sabato 17 maggio al Cenacolo degli Agostiniani, di fronte a un nutrito pubblico, curioso di conoscere le ultime vicende storiche ripercorse in occasione degli 80 anni da quel fatto per cui, assieme a tante altre vicende tragiche e valorose, hanno reso Empoli Medaglia d’Oro al Merito Civile nel 2017.
GLI INTERVENTI
Il sindaco di Empoli ha ricordato come nel 2020, all'ultimo raduno regionale dei volontari della libertà prima di quello del 2025, venimmo sollecitati per raccogliere il materiale dedicato a quelle storie legate al 1945 in un testo scientifico. Il Comune non si tirò indietro, considerando anche che dal 2019 abbiamo visto la perdita di molti ex partigiani e volontari. Da qui è partita la riflessione per approcciarsi a questa vicenda. L'allora amministrazione comunale avviò un bando pubblico, una scelta giusta, mettendo delle risorse su una ricerca storica in un Paese che investe ancora troppo poco. Ci siamo dotati di uno strumento scientifico, la pubblicazione del libro poi permette la diffusione e lo studio, perché è un'opera a disposizione della città. Facciamo tanti appuntamenti per la memoria, come Investire in Democrazia e il Viaggio della Memoria, questo invece è un lavoro più profondo e ne sono soddisfatto.
Roberto Franchini, presidente Anpi Empoli: "Questo libro è il ringraziamento a quei 'ragazzi' del 1945. L'Anpi si è impegnata con risorse proprie e vincendo un bando ministeriale. Oggi tocchiamo con mano questo libro e vogliamo ricordare quattro figure fondamentali: Mauro Salvadori, Gianfranco Carboncini, Abdon Mori e Paolo Baggiani, che nei loro racconti di volontari hanno divulgato tutta la loro esperienza. Nel 2006 aprirono al tesseramento anche chi la Resistenza non l'aveva fatto, e ci accolsero senza farci pesare il fatto di essere ragazzi".
Lo storico dell'Università di Padova, Santo Peli, in merito al volume ha affermato: "Una restituzione di memoria della collettività, un lavoro di eccellente qualità che riesce a mettere insieme una storia locale ricostruita frammento per frammento che lega una storia locale con una vicenda generale. Gli empolesi scrivono una storia particolare e straordinaria, con un volontariato partigiano a fianco dell'esercito per gli ultimi periodi della Liberazione".
L'autore Carmelo Albanese: "I volontari che fanno parte della storia della ricostruzione dell'esercito raccontano una storia che viene fuori tardivamente e molto poco ascoltata. Da Empoli partono in tanti perché c'è stata una classe dirigente giovane ma competente nel Cln, che ha un larghissimo seguito popolare. Esportiamo persone come Aureliano Santini ad Arezzo, Remo Santini a Genova, Mario Fabiani a Firenze. Una classe dirigente che ricostruisce un territorio devastato in un anno, per una storia, quella di Empoli, che ha dell'eccezionale".
LA SINOSSI - Il libro di Albanese, Dottore di ricerca in Storia contemporanea all’Università di Firenze e docente di Storia e Filosofia all’IIS “Virgilio” di Empoli, scandaglia tramite una rigorosa ricerca storica i nomi, le vicende personali, le attività politiche e sociali che hanno portato a quel movimento popolare di volontari che si unirono all'esercito dopo l'armistizio, per liberare l'Italia ancora sotto il giogo del nazifascismo.
Dalla lettura emerge un quadro di operosità e sensibilità dei Cln di Empoli e della Valdelsa alle prese con città bombardate, crescente disoccupazione e famiglie in preda alla fame. Gli anni di guerra hanno messo a dura prova le comunità, ma l'unione prevale: chi riprende a lavorare destina una parte del proprio salario a supportare le famiglie dei partigiani e dei volontari che sono andati a combattere. Si legge tra le pagine una ricostruzione rigorosa, tra rapporti non semplici tra volontari e soldati di leva, tra Cln locali e Alleati, tra chi crede ancora nella causa antifascista e chi fascista lo è stato e renderà difficile l'esistenza ai comunisti anche nell'immediato dopoguerra.
Il libro documenta tante risposte alle domande su come si ricostruisce una comunità traviata da anni di conflitto, sopraffazione e autoritarismo. Le organizzazioni clandestine dei comunisti sono la base per la ripartenza, ma tutta la società si impegna per la causa. È documentato addirittura il dono di 5.000 lire ricavate da alcune feste danzanti organizzate dallo Juventus Club di Empoli a favore dell'Ufficio Patriottico per le famiglie dei volontari.
Ma il lavoro più importante riguarda il numero dei volontari dell'Empolese Valdelsa, partiti il 13 febbraio 1945, che per Albanese è di 641, di cui 264 della sola Empoli. Un numero su cui finora le fonti storiche hanno oscillato intorno ai 500. A corredo di questo dato, Albanese fornisce nomi e cognomi in una lista nutrita, talvolta corredata anche da biografie per i profili più rilevanti nella storia della Resistenza.
Sono indagate anche le cause della partenza, a cavallo tra il desiderio di una società più giusta dopo il Ventennio e le necessità pratiche di un contributo per aiutare le proprie famiglie a sopravvivere negli anni della ricostruzione. Un contributo che certamente ha portato a una "riabilitazione dell'Italia", come disse Rolando Fontanelli nel 2020, per il 75°anniversario della partenza, pochi mesi prima della scomparsa. "Noi s'aveva anche questo spirito di dimostrare che siamo italiani e italiani antifascisti. Devo confessare, non ho rimpianto nulla. [...] S'è fatto bene quello che si doveva fare e l'ho fatto volentieri".