Immaginate di passeggiare tra le strade di Vinci, un piccolo borgo incastonato tra colline e storia, e a un tratto trovarvi davanti... Leonardo. Non uno qualunque, ma Leonardo monumentale, scolpito nel marmo, vestito di drappi che sfidano l’aria e il tempo, in una posa che racconta ricerca, visione e spirito d’avventura. No, non è fantascienza: è arte. E sta accadendo davvero.
Una statua, due città, un genio
“Leonardo torna a Vinci” è molto più di un titolo accattivante: è il nome del progetto con cui la città natale del Maestro si prepara ad accogliere, nel 2026, una nuova scultura dedicata al suo cittadino più illustre. A firmarla sarà Filippo Tincolini, scultore di Pontedera con studio a Carrara, che unisce nel suo lavoro il marmo più nobile del mondo con la tecnologia e la cultura pop. Un mix audace, che Leonardo – visionario ante litteram – avrebbe probabilmente approvato.
Ma da dove parte questo viaggio? Da Pietrasanta, “la piccola Atene della Versilia”, patria degli scultori e dei bozzetti. È proprio qui, tra un’opera e una sinfonia di scalpelli, che il 16 maggio è stato presentato il modello della futura statua all’interno dell’evento “Monumentum: arte e spazio pubblico”, collaterale alla mostra “Human Connections”.
In un gioco di incastri artistici e istituzionali, Vinci ha donato a Pietrasanta il bozzetto della scultura definitiva, che sarà esposto nel celebre Museo dei Bozzetti. Un gesto che sancisce l’unione simbolica tra le due città dove l’arte non è solo cultura, ma anche identità e genialità.

Il Leonardo immaginato da Tincolini sarà tutt’altro che statico: drappi che fluttuano come l’aria – invisibile ma essenziale, proprio come le idee – e una postura che suggerisce un pensiero in divenire. Il basamento sarà un piccolo universo leonardesco: bassorilievi con invenzioni, opere e simboli del Genio, scolpiti come un racconto continuo intorno alla figura centrale.
Non si tratta solo di rendere omaggio a una leggenda del passato, ma di reinterpretarla nel presente, celebrandone la mente inquieta, multidisciplinare, eternamente affamata di sapere.
“Significa confrontarsi con l’idea stessa di genialità”, ha detto Tincolini. “Sento la responsabilità di restituire forma a un pensiero che ancora oggi non smette di ispirare e generare futuro.”
Chi è Filippo Tincolini?
Classe 1976, Tincolini è un artista che non ama le etichette. Cresciuto tra Carrara e Fantiscritti, plasma il marmo bianco fondendo artigianato e alta tecnologia, mitologia classica e fumetti. Le sue sculture parlano una lingua nuova, fatta di simboli e sperimentazioni, tanto da portarlo spesso a confrontarsi in contesti internazionali sul futuro della scultura e sull’uso della robotica nell’arte.
Il suo contributo a Pietrasanta non si ferma alla statua di Leonardo: il 16 maggio ha donato anche “Spaceman”, opera monumentale in marmo, frutto della collaborazione con Litix Spa ed Henraux Spa. Una scultura che, come dice il curatore Alessandro Romanini, “sfida i secoli e dialoga con l’architettura e il Genius Loci”.
Una statua per il futuro, con radici nel passato
Vinci, intanto, si prepara a ricevere il nuovo ospite d’onore. Un’opera attesa da anni, che il sindaco Daniele Vanni definisce “un tributo alla genialità e un simbolo di una città sempre più attrattiva sul piano culturale e turistico”.
In fondo, cosa c’è di più toscano che celebrare un’idea con un blocco di marmo trasformato in racconto eterno? Un’idea che ha folgorato la mente di un genio e che ha attraversato secoli e confini, che ha inventato macchine volanti e sorriso enigmaticamente da un dipinto, finalmente ora prenderà forma e posto nel cuore della sua città.
Perché Leonardo torna a Vinci. Ma forse non se n’è mai andato davvero.