Emma Nolde, giovane cantautrice empolese classe 2000, fa un nuovo importante passo nella sua carriera musicale: a soli 25 anni pubblica il terzo album “Nuovospaziotempo” (Carosello Records) e firma una nuova collaborazione con Dente per un brano del suo ultimo album e sale sul palco durante durante il Brunori Sas Tour 2025.
Il nuovo progetto arriva dopo il successo dei precedenti lavori, “Toccaterra” (2019 finalista al premio Tenco nella sezione Opera Prima e premio Ernesto De Pascale al RockContest 2019 con il brano in italiano “Nero Ardesia”) e “Dormi” (2022, co-prodotto con Motta), entrambi apprezzati dalla critica e dal pubblico, porta con sé un'evoluzione artistica e personale notevole.
Dalla provincia alla scena nazionale
La passione per la musica nasce presto: a sette anni l'incontro con una chitarra in una pizzeria segna l'inizio di un percorso che oggi l’ha portata sul palco del Circo Massimo con Fabi, Silvestri e Gazzè. A 13 anni inizia con le cover di Coldplay e Ed Sheeran, poi a 15 scrive i primi brani in inglese. Sarà l’ascolto costante di Niccolò Fabi a spingerla a scrivere in italiano, trovando così la propria strada. Di passi ne ha fatti e grandi.
Un legame quello con Empoli – tra amore e inquietudine – per la quale un po’ di tempo fa scriveva sui social:
“Sono cresciuta con atlanti dove il mondo era rappresentato con l'Europa al centro del mondo, l'Italia al centro dell'Europa, Empoli al centro dell'Italia e io al centro di Empoli. [ ] Per tutta la mia adolescenza, qui a Empoli, mi sono messa un vestito non mio, non era scomodissimo, ma sicuramente non era mio, avrei voluto mettere il cappellino con la tesa, come i tipi nelle serie americane che vedevo in televisione, ma mi vergognavo pure di quello. Mi vergognavo pure di chiedere due bustine di zucchero al bar e aspettavo che qualcuno bevesse il caffè amaro per prendergliela, altrimenti nulla, ok anche così. [ ] Mascheravo e l'ho fatto anche con una certa serenità per molto tempo, semplicemente stando al mio posto. Anche se crescere continua ad essere una delle cose che temo di più, sono felice che a qualcosa sia servito perché ora scelgo senza paura degli altri quasi tutto. Il cappellino ora lo porto spesso. Per quanto riguarda lo zucchero ancora ci devo lavorare”.
Un lavoro, quello della cantautrice, incentrato sul rapporto tra spazio e tempo, con un focus particolare sul quotidiano e sulla ricerca di autenticità. Sulla paura di perdere la capacità di stupirsi, di imparare cose piuttosto velocemente.
Si può dire che Emma è una polistrumentista.
Ha maturato nel tempo la dimensione dei suoni, della struttura e composizione strumentale anche della band con cui si esibirà nei live. Ha sperimentato cosa vuol dire stare da sola sul palco con un loop station, con il quale è richiesta molta più concentrazione, ma adesso ha capito che con una band il divertimento è amplificato e gli strumenti scelti per il palco sono: sax, piano, batteria, violoncello e chitarra.
I primi ad ascoltare i suoi lavori sono la sua famiglia e i suoi amici, e questo fa capire molto di quello di cui si vuole circondare.
Emma sfrutta il “niente di Empoli”, come scrive, per riempirlo con il suono degli strumenti e la sua voce non ha l’obiettivo di correre dietro al bel canto, ma anzi a volte le incrinature fanno parte di un organico fondamentale. Il suo è cantautorato classico, unito al rock alternativo per dare rilievo ai sentimenti, che si unisce all’elettronica e al rap per mettere al centro la parola.
L’ultimo album Nuovospaziotempo fa uno switch rispetto ai primi due: è un lavoro in cui la stessa Emma si è resa conto, senza forzatura, di aver ben chiaro il livello maggiore di maturità e consapevolezza raggiunti, non ha più bisogno di maschere e mantelli per nascondere le sue ansie e insicurezze, ma anzi lo racconta, attraverso strofe e ritornelli che a volte sembrano strani perché posti in modo inaspettato, o alle volte addirittura inesistenti.
L’album vede tra l’altro ospiti come Niccolò Fabi da un lato e Mecna e Nayt dall’altro. Un mix di generazioni, dalle quali lei attinge.
Con il brano “2”, registrato interamente con uno smartphone, Emma vuole ricordarci l’importanza di restare nel presente, nel proprio contesto, nella propria generazione.
Uno stile autentico, lontano dagli eccessi: l’immagine di Emma Nolde
Emma Nolde ha scelto consapevolmente di mantenere un’immagine sobria, autentica, lontana dagli estremi e dagli eccessi spesso imposti dall’industria musicale. Una decisione coraggiosa, soprattutto per una giovane artista donna nella musica indipendente italiana.
La sua estetica riflette la volontà di comunicare rigore, credibilità e dedizione al proprio lavoro. Non cerca scorciatoie, né vuole assecondare le mode del momento. Per Emma non bastano il bel canto o un’immagine curata per definire un’artista: ciò che conta davvero è restare se stessi, suonare con passione e costruire la propria identità attraverso il lavoro costante.
Chitarra, pianoforte e voce sono gli strumenti con cui Emma dà forma alle sue canzoni. Spesso indossa abiti riadattati, scelti con cura ma senza l’ossessione per l’estetica appariscente. La sua forza sta proprio nel voler rimanere nella “zona intermedia”, quella meno vistosa ma più vera, dove l’arte non è spettacolo ma espressione.
In un mondo che corre veloce, dominato da algoritmi, numeri e logiche di mercato, Emma resta con i piedi ben piantati a terra. Sceglie di vivere e raccontare la realtà partendo da Empoli, la sua città, dove preferisce ascoltare le conversazioni quotidiane nei bar piuttosto che inseguire trend passeggeri.
Questa è la sua rivoluzione: essere presente nel proprio tempo e nella propria generazione, senza decontestualizzarsi, ma trovando nell’ordinario una forza narrativa potente.
La collaborazione con Dente
Tra le novità più recenti è uscito proprio in questi giorni il pezzo di Dente “La città ci manda a letto”, contenuto nell’album Santa Tenerezza pubblicato a febbraio, in cui Emma ha collaborato in modo speciale. “La città ci manda a letto. E non ci dispiace affatto. Questa città ci pianta in asso. Ci fa lo sgambetto, ma tanto poi ripasso. Anche tu non hai sonno, ma quale sonno?” Recita così la prima strofa della canzone, nata quasi per gioco da una frase di Dente “Ragazzi qua ci mandano a letto”, una sera al Santeria Club di Milano, mentre era con Emma.
Dopo uno scambio di audio e messaggi, alla fine ha preso forma e ha trovato posto nell’album del cantautore.
Obiettivi e prospettive future
Nel frattempo Emma sta ponderando i suoi passi per costruirsi il futuro che vuole, e lo sta facendo con grande maturità nel campo della musica indipendente, che tutti sappiamo essere un mondo non facile. Lei non vuole scendere a compromessi, né tanto meno farsi condizionare dagli altri. Vuole restare vera, autentica e consapevole di dover dire tanti no nel suo percorso, facendosi trovare preparata per poterli dire.
Qualche giorno fa ha scritto:
“In questi mesi mi sembra proprio di avere la mia età. La primavera mi fa questo effetto, mesi prima guardo poco il cielo e non so che tempo faccia fuori da me, da questo periodo dell'anno inizio a ricordarmi del sole e mi sono addirittura leggerissimamente abbronzata (non ditemi di no fate finta che sia così). Mi mancava il niente di Empoli, lo sto guardando con occhi diversi. Sto leggendo Moby Dick, è lunghissimo ma voglio riuscire a finirlo, c'è scritto a un certo punto "a me basta il privilegio di crearmi la mia estate col mio carbone”, esatto Dives, spero che luglio arrivi più tardi possibile e che questo aprile sia infinito. Per chi ci potrà essere, il 25 aprile suono in band un concerto speciale a Correggio (RE). Sarà bello e sarà libero”.