In seguito all'armistizio dell'8 settembre 1943, in molti si rifiutarono di combattere con la Germania, così il 20 settembre 1943 Hitler impose che questi uomini fossero classificati I.M.I ovvero Internati Militari Italiani, considerandoli traditori, e talvolta appellandoli con il termine “badogliani”, in senso dispregiativo. Fu tolto loro lo “status” di “prigionieri di guerra” e furono destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra. Furono 650.000 a rifiutare ogni proposta di arruolamento nelle forze armate di Hitler o in quelle della Repubblica di Salò, subendo 20 mesi di prigionia nei lager tedeschi e il duro regime dell’internamento, condannati alla fame, al freddo, alla brutalità, al lavoro coatto e in 50.000, alla morte. Tra questi ci furono anche due sanminiatesi, Mario Cenni e Amedeo Natale, ai quali la Prefetta di Pisa Maria Luisa D’Alessandro ha consegnato la Medaglia d’Onore alla memoria, una decorazione che la Repubblica Italiana ha voluto istituire per riconoscere, a titolo di risarcimento morale, il sacrificio dei propri cittadini deportati ed internati nei lager.
Mario Cenni, nato a Montepulciano nel 1913, prestò servizio militare dal 1933 al 1936, venendo successivamente richiamato alle armi nel 1940 in concomitanza con l’ingresso dell’Italia nel secondo conflitto mondiale. Fu catturato dai tedeschi pochi giorni dopo l’armistizio, mentre si trovava a Pola e deportato nel campo di lavoro Stalag VI-D in Germania. Lì rimase internato fino alla fine della guerra nel 1945. Nonostante le dure condizioni di prigionia e le ripetute proposte di adesione alla Repubblica Sociale Italiana in cambio della libertà, rifiutò sempre di collaborare. Tornò in Italia affrontando un lungo e difficile viaggio a piedi. La Medaglia d’Onore alla memoria è stata richiesta dal nipote Marco Cenni, residente a San Miniato.
Natale Amedeo, nato a Reggio Calabria nel 1912 e residente a San Miniato, fu arruolato nella Regia Marina e partecipò a diverse campagne militari. Dopo l’armistizio venne catturato in Jugoslavia e deportato nel campo di Zwickau, in Sassonia, dove fu costretto a lavorare per l’industria bellica tedesca. Alla fine della guerra fu coinvolto nella tragica “marcia della morte”, durante la quale venne ferito e riportò una menomazione permanente. Fu liberato dalle truppe americane e rientrò in patria in condizioni gravissime. La richiesta di conferimento della medaglia è stata presentata dal nipote Marco Amedeo, luogotenente della Guardia di Finanza.
A margine della cerimonia, il sindaco di San Miniato Simone Giglioli ha espresso profonda gratitudine nei confronti di Mario Cenni e Natale Amedeo, sottolineando come le loro storie siano testimonianze preziose di coraggio, dignità e resistenza morale. Ha ribadito l’importanza di ricordare e onorare chi, anche nella prigionia, scelse la coerenza ai propri valori anziché la sottomissione, offrendo alle nuove generazioni un esempio di grande valore civico e umano.

