Castelfiorentino, tegole lanciate dal tetto del Teatro del Popolo: la sindaca Giannì fa chiarezza sul caso

Castelfiorentino, tegole lanciate dal tetto del Teatro del Popolo: la sindaca Giannì fa chiarezza sul caso
paura al piazzale
Un episodio grave, legato a un delirio psichico. «Attivate tutte le procedure previste dalla legge». La sindaca: «Il sistema ha falle evidenti, ma servono risposte nazionali, non polemiche»

Un episodio che avrebbe potuto avere conseguenze molto più gravi, e che ha scosso la comunità locale. Nella giornata di ieri, un ragazzo non residente e con precedenti psichiatrici in corso di verifica, ospite di un albergo situato al Piazzale di Castelfiorentino, si è arrampicato sul tetto più vicino alla propria stanza e ha iniziato a lanciare delle tegole verso il basso, dove molte persone stavano trascorrendo un pomeriggio in tranquillità. Fortunatamente, nessuno è rimasto ferito.

«Un fatto grave, da condannare, che solo per fortuna non ha provocato ulteriori conseguenze per i tanti che stavano affollando il Piazzale per passare un pomeriggio in serenità» – ha dichiarato la sindaca Francesca Giannì, che è tornata oggi sulla vicenda con una lunga riflessione pubblica, spiegando l’intervento immediato delle istituzioni e delle forze dell’ordine.

La sindaca ha chiarito che sono state attivate tutte le procedure previste dalla legge, in contatto immediato sia con il pubblico ministero competente, sia con il reparto di psichiatria. Il giovane – ha spiegato – «è in possesso di una posizione regolare sul territorio» e si trovava a Castelfiorentino da poco tempo. Il suo stato di delirio psichico ha però richiesto l’intervento urgente delle autorità.

«Seguiranno adesso tutte le conseguenze legali derivanti dalle denunce e dalle querele in corso, le ulteriori indagini, i passaggi con l’igiene mentale, ossia tutto ciò che è applicabile a questo caso, per quanto assolutamente non risolutivo, questo va detto fin da subito», ha aggiunto Giannì.

Ma oltre al singolo episodio, la sindaca ha voluto offrire una riflessione più ampia sul contesto sociale e istituzionale in cui simili eventi avvengono. «Sapendo bene e facendo i conti tutti i giorni di essere in una trincea, insieme a chi sta sul territorio, rispetto a un sistema che a livello nazionale è pieno di falle, sia quando si parla di criminalità comune, sia quando si parla di disagio mentale», ha scritto.

Nel suo messaggio, ha anche sottolineato come la complessità della società odierna richieda risposte più strutturate, non slogan o strumentalizzazioni: «Chiunque prenda in mano la questione sicurezza non riesce a fornire risposte che possono essere solo più alte, nazionali, diffuse sul territorio, anche severe ma che tengano insieme la complessità di una società fatta socialmente a pezzi».

Infine, un appello alla responsabilità collettiva: «Possiamo solo continuare a rispondere colpo su colpo, per tutelare quanto più possibile la legalità e la tenuta sociale. Oppure cercare colpevoli, ma questo ci sazierà sul momento, ma non basterà né risolverà niente».

L’amministrazione comunale prosegue dunque con il lavoro sul campo, tra interventi concreti e comunicazione trasparente con la cittadinanza, «anche se la strada è in salita», ha concluso la sindaca, «e gli strumenti da Roma sono pochi e poco efficaci».

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